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CAST
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Bill Murray (voce), Breckin Meyer, Jennifer Love Hewitt,
Debra Messing, Brad Garrett, Alan Cumming, Nick Cannon,
Jimmy Kimmel, David Eigenberg, Mo'Nique
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PREMI
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RECENSIONI
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Nell'incessante saccheggio del cinema dal mondo dei fumetti,
non poteva mancare uno dei personaggi più anticonvenzionali
del jet set del dorato mondo disegnato. Garfield, nato dalla
matita di Jim Davies agli inizi degli anni '80, è il
classico gatto di cui ci si innamora senza ragione. Egoista,
pelandrone, opportunista e prepotente. Insomma, un gatto con
la G maiuscola, di quelli che si trovano "inspiegabilmente"
in milioni di case, che ti svegliano amorevolmente la
mattina facendoti le fusa, e che quando finalmente ti alzi,
ti accorgi che l'unico loro interesse è aver qualcosa da
mangiare! L'arrivo in casa di un piccolo e ingenuo cucciolo
di cane, Odie, destabilizza il quieto vivere di Garfield
(abilmente doppiato da Fiorello). Sentendosi privato delle
giuste attenzioni del padrone, l'ex "leader" della casa (e
del quartiere) cerca in tutti i modi di scacciare l'indifeso
ospite, finché non riesce nel suo intento. Più che un
recupero del buon umore, a coglierlo sarà però un inedito
senso di colpa. Mettersi sulle tracce dell'ormai scomparso
"ex-nemico" per riportarlo a casa diventa così la sua
missione. Come è facile intuire, la trama è giusto un
pretesto per vedere sulla scena il seducente cinismo del
famoso gattone rosso. Un "one cat show" nel vero senso della
parola che mescola la grafica computerizzata del
protagonista agli attori in carne e ossa. Garfield salta,
balla, ironizza, deride cani, e organizza piani degni di
Arsenio Lupin nonostante una mole ingombrante (cammina
facendo strisciare la pancia al pavimento...), ed
un'indolenza perpetua. Un vero istrione che ipnotizza
l'attenzione di uno spettatore che molto avrà da
immedesimarsi. Seppur portati all'eccesso infatti, nel
carattere di Garfield emergono tutte quegli istinti che
ricalcano i nostri più celati e pigri desideri, e cioè:
dormire, mangiare e oziare. Peccato che in questa
trasposizione manchi un poco quell'acutezza nelle battute
che ha reso la serie un successo internazionale (battute del
genere di: "Un gatto perde i peli soltanto in presenza di
gente allergica", o "Un gatto non chiede, prende" meritavano
sicuramente un po' di spazio) e che avrebbe impreziosito
notevolmente una pellicola già di per se piacevole. Tra un
paio di scene memorabili (i balletti valgono da soli il
prezzo del biglietto), e qualche caduta di tono (un paio di
battute "volgari" si potevano anche risparmiare), il film
scorrerà via divertendo sia il bambino che l'accompagnatore
di turno.
Andrea D'Addio - Film Up
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