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Elijah Wood, Sean Astin, Billy Boyd, Dominic Monaghan, Viggo Mortensen, Ian McKellen


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ECCO «Il signore degli anelli», al primo film «La compagnia dell´anello» (seguiranno, sono già realizzati, la seconda puntata «Le due torri», la terza puntata «Il ritorno del re»): cieli oscuri, fiumi di fuoco, corazze brunite, grigia nuvolaglia, spade ferrigne, acquitrini, montagne nebbiose, vulcani ardenti, nodosi bastoni, acque putride, fulmini, cavalieri neri, castelli gotici, strade fangose, foreste senza luce, braci ardenti, vecchi maghi con la barba lunga e sottile alla Osama bin Laden, macerie e pietre sconnesse, spettri, orchi e uruk, caverne fatiscenti, colate d´acciaio infuocato, dita ricurve e unghiute, vegetazione marcita, cespugli letali, fantasmi, folletti e buio, buio, buio. L´avventura fantasy in forma di trilogia ideata quasi cinquant´anni fa, nel 1954-´55, da John Ronald Reul Tolkien, nato in Sudafrica da genitori inglesi, docente di letteratura all´Università inglese di Oxford, ha avuto nel mondo un successo straordinario arrivando a vendere 110 milioni di copie, è stata conosciuta, amata e venerata come un oggetto di culto, è stata adottata dalla cultura di destra soprattutto perchè nega la Storia. L´autore, ha scritto Claudio Gorlier, ha «reinventato il genere fantasy a due livelli, quello genuinamente creativo e quello seriamente speculativo... in uno spiritualismo insieme favoloso e realistico». Il film può avere un´importanza derivata ma analoga, è fedele, ben fatto, ricco di effetti speciali magnifici e sorprendenti, è ben recitato da bravi attori, ma ha una caratteristica: può piacere moltissimo a chi conosce profondamente e ama il testo di Tolkien, mentre può risultare un poco opprimente a chi incontra la saga soltanto adesso attraverso il cinema. Medioevo anglosassone. Una voce narrante introduce il percorso del più possente degli anelli, capace di sottomettere e dominare tutti i popoli della Terra di Mezzo: il conflitto per possederlo o distruggerlo è lo scontro fra Male e Bene, Tenebra e Luce. Alla sparizione di un vecchio hobbit che ha appena festeggiato i suoi 111 anni, l´Anello Assoluto passa al ragazzo hobbit Frodo, incaricato di eliminarlo gettandolo tra le fiamme del monte dove è stato forgiato. Non potrebbe riuscire da solo nell´impresa: lo aiutano una compagnia di amici, la saggezza del mago Galdalf, la forza della principessa degli elfi e della regina delle fate. L´amicizia, la lealtà, il rispetto degli impegni presi, il coraggio impavido sono le virtù di Frodo e dei suoi amici. L´epopea appena cominciata, pochissimo adatta ai bambini, ha un problema: la mancanza di una storia con un arco narrativo, un principio e una fine; invece, l´accumularsi di episodi che diventano a volte ripetitivi, a volte arbitrari, apparentemente non necessari e quindi stancanti. L´oscurità, frequente se non perenne, dà alla lunga una sorta di depressione psicofisica. Lo stupefacente paesaggio della Nuova Zelanda, dove il film è stato girato (anche il regista Peter Jackson, grande autore di «Creature del cielo», è neozelandese) fornisce un contributo suggestivo e importante all´epopea; così come Elijah Wood, l´hobbit che può essere considerato il protagonista, con la sua faccia da bambino dagli occhi sgranati, la sua piccola statura, i suoi piedi pelosi, la sua recitazione da bambola, offre un mix incantevole di naturalismo e magìa.

Lietta Tornabuoni - La Stampa 18/01/02


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