È davvero ingrato il compito di recensire questo film. È
ingrato e gravoso perchè avrei tanto voluto parlarvi bene di
un film che tratta il doloroso argomento dei desaparecidos
argentini durante la dittatura militare che ha afflitto quel
Paese tra gli anni '70 e gli anni '80. Avrei voluto
raccontarvi di un film teso ed appassionante dove dramma e
cronaca si fondevano regalandoci un'opera coinvolgente e che
rimanesse quale memoria di uno dei molteplici crimini che la
brutalità fascista ha perpetrato nella storia. Purtroppo,
invece, "Imagining-Argentina" non ha nessuna di queste
caratteristiche. La sceneggiatura che il regista Christopher
Hampton (già autore dello script de "Le relazioni
pericolose" e regista di "Carrington") ha tratto da libro di
Lawrence Thornton racconta una storia di misticismo e
parapsicologia che, onestamente, non è assolutamente capace
di sorreggere con dignità il grave tema che ha per oggetto.
Una storia che inizia con il rapimento di Cecilia Rueda
(Emma Thompson) da parte della polizia segreta utilizzata
dalla giunta miltare. Il marito Carlos (Antonio Banderas)
tenta di seguirne le traccie senza successo. Dopo qualche
settimana si accorge di poter, grazie a dei non meglio
specificati poteri sensitivi, percepire, guardando in faccia
i familiari delle persone arrestate, la sorte toccata a
quest'ultimi. Grazie a questi poteri crea una sorta di
circolo che settimanalmente si riunisce nel suo giardino, al
fine di compiere questi esperimenti sensitivi. Ma la vicenda
si complica per Carlos quando i militari le rapiscono anche
la figlia Teresa dopo che tra gli astanti del circolo aveva
smascherato una spia inviata lì dai militari. Disperato,
Carlos tenterà con tutte le sue forze di ritrovare i suoi
famigliari scomparsi. Una storia che francamente svilisce
l'argomento di cui tratta. Così come contribuiscono a non
migliorarne gli esiti alcune stucchevoli scene di Banderas
che romanticamente strimpella alla chitarra motivi
sentimentali o le scene di cruda violenza alle quali vengono
sottoposte le due donne rapite che nulla aggiungono in
originalità a quanto già visto in altri film. Tecnicamente
il film è diretto comunque con una certa bravura da Hampton
il quale utilizza una fotografia scura e ricca di ombre che
acutizza il senso di disperazione ed estraniamento. Gli
attori risultano invece un pò spaesati. La Thompson,
relegata, di fatto, al solo ruolo della prigioniera non ha
la possibilità di dispiegare tutto il suo enorme potenziale;
Banderas, al contrario, sembra a disagio con un ruolo che
forse avrebbe meritato un attore con maggiori capacità
espressive ed una più fluida comunicativa. Direi, in tutta
franchezza, che il bell'Antonio ha fallito la prova forse
più importante, fino a questo momento, della sua comunque
brillante carriera. "Imagining Argentina" è nella sostanza
un brutto film. Niente a vedere con altre opere di argomenti
similari come ad esempio il caustico "Garace Olimpo" di
Marco Bechis.
Daniele Sesti - FilmUp