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CAST
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Nicole Kidman, Sean Penn, Catherine Keener, Jesper
Christensen, Yvan Attal, Earl Cameron, George Harris,
Michael Wright
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PREMI
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RECENSIONI
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Dopo aver ascoltato inavvertitamente i dettagli di un
complotto per uccidere il leader di uno stato africano,
Silvia Broome, interprete delle Nazioni Unite, si trova
immischiata in una crisi internazionale che la metterà in
pericolo di vita. A proteggerla Tobin Keller, agente dei
servizi segreti americani, con un terribile dolore da
dimenticare. Inizialmente si potrebbe pensare che "The
Interpreter" sia il ritorno della Kidman all'action movie
dopo l'esperienza al fianco di Gorge Clooney in "The
Peacemaker", ma dopo i primi minuti si scopre subito che c'è
qualcosa in più. "The Interpreter" è molto più che un
thriller politico con suspence e colpi di scena, nasconde,
infatti, un messaggio che coincide con la location
principale del film: il palazzo delle Nazioni Unite. Il
richiamo al dialogo tra culture differenti, e all'armonia
tra popoli con leggi e costumi, a volte tra loro
discrepanti, è frequente, e s'intravede non solo nei
dialoghi ma nello stesso personaggio interpretato da Nicole
Kidman: una donna bianca, piena manifestazione della stirpe
nord europea, cresciuta in un paese africano, dilaniato dai
conflitti interni, e come i naturali abitanti del continente
più meridionale del mondo sente nelle vene il disagio e
l'orrore di chi vive nel cosiddetto Terzo Mondo. E non a
caso Silvia, un simile miscuglio di razze, lavora come
interprete per il più grande consesso di popoli, perché se
si arriva alla comunicazione, al dialogo si possono porre le
basi per la pace. Ma il dialogo può portare anche a rendere
più sopportabile il dolore. Silvia Broome/ Nicole Kidman e
l'agente incaricato di sorvegliarla, Tobin Keller/Sean Penn,
sono due persone assolutamente diverse, nei pensieri, negli
ideali e nei sogni, l'unica cosa che li accomuna è la
sofferenza, un'angoscia indescrivibile che è più facile
nascondere al mondo esterno, perché parlarne sarebbe
inutile: nessuno capirebbe. Il dialogo e la necessità di
comunicazione quindi come soluzione ai problemi più
personali dell'individuo, e più universali della diversità
tra popoli sono la chiave per apprezzare questo film. La
regia asciutta di Sidney Pollack e l'intensa
caratterizzazione dei due protagonisti rendono il film non
solo riflessivo, ma anche avvincente e commovente, lasciando
intravedere uno spiraglio d'ottimismo.
Monica Cabras - Film Up
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