di:
Rita Di Santo
Il
regista Patrice Leconte si è sempre deliziato a costruire
percorsi imprevedibili, con strane commistioni di genere,
ogni volta con un diverso registro. Tanto per confondere
le aspettative, l'ha dove "Ridicule"combinava
commedia e satira politica, ne "L'amore che non muore"
la commedia si dissolve mentre la politica diventa un unico
slogan: "abolire la pena capitale", un messaggio
urgente e prioritario. Invece di lasciare intervenire il
solito humour dinamico, il regista inserisce inserti visivi
fortemente tragici - la ghigliottina che si avvicina - e,
con una lente d'ingrandimento, evoca con forza il blu glaciale,
i grigi, i rossi della piccola isola, fino a costruire paesaggi
soffocanti, tutti convoglianti in un unica atmosfera: quella
dell'attesa. Nel film è possibile intravedere uno
strano racconto del desiderio sessuale, che magicamente
cresce in una relazione a tre risvolti. "L'amore che
non muore" è capace di comunicare un alto senso
di genuine emozioni, intense e fragili.