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CAST
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Nanni Moretti, Laura Morante, Jasmine Trinca,
Giuseppe Sanfelice
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PREMI
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RECENSIONI
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La stanza del figlio è il film più duro, profondo e toccante
di Nanni Moretti. E’ rigoroso sotto il profilo narrativo,
severo sotto quello stilistico.
E’ un’opera che costringe lo spettatore a confrontarsi in maniera assoluta con il dolore, con la mancanza totale di senso che caratterizza le nostre azioni quotidiane e le
nostre costruzioni mentali. Non c’è retorica in quest’opera, non ci sono aspetti consolatori, non si toccano corde
patetiche. Non si intravede nessuna via d’uscita.
La morte arriva come una frustata improvvisa, con gelido e
geometrico cinismo, semplicemente come un qualsiasi fenomeno naturale che cambia gli equilibri della realtà; si può manifestare in modo istantaneo, è un puro e atroce meccanismo che nel momento stesso in cui agisce sottrae qualcosa, svelando l’inconsistenza della vita. Ma è anche l’unico avvenimento che pone gli esseri umani di fronte alla fragilità incredibile sulla quale si basano proiezioni
psicologiche, aspettative e speranze. Tutto non è che vuoto. E riempire questo buco nero serve a ben poco.
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