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OMBRE ROSSE - NIRVANA
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     CAST


Aamir Khan, Gracy Singh, Rachel Shelley, Paul Backthorne


     PREMI

 

Nomination Oscar 2002


     RECENSIONI


Ecco una smentita per chiunque pensi che il cinema più lontano dalle nostre coordinate mentali (in questo caso la cinematografia Indiana) sia noioso, soporifero e estremamente difficile da digerire. Guardando Lagaan coloro che la pensano in questo modo dovranno ricredersi.

Malgrado la durata spropositata (oltre tre ore di proiezione), il film di Ashutosh Gowariker scorre veloce, diverte e incuriosisce. Un grande sforzo produttivo (che ha necessitato la nascita della casa di produzione Aamir Khan), oltre due anni di lavorazione, migliaia di comparse, per una storia che mescola con disinvoltura il musical e la denuncia sociale, la commedia e i sapori del western alla Leone, la screwball comedy e il sentimentalismo, l'avventura e il dramma sportivo.
Un caleidoscopio dove la macchina da presa non si ferma mai volteggiando tra panoramiche circolari, sobbalzi Tarantiniani, carrellate e piani sequenza, dove il montaggio non ha nulla da invidiare ai blockbuster americani, dove i numeri musicali sono coreografie perfette, gli attori oltre a saper recitare sanno ballare e cantare, le figure di contorno non sono semplici figurine, la fotografia riesce a cogliere lo splendore della natura circostante.

Gowariker conosce alla perfezione il meccanismo cinematografico, pecca per eccesso (ma questo non significa necessariamente che sbagli) e narra una storia che viaggia sospesa tra la "fabula" e la precisa ricostruzione storica.
Siamo alla fine dell'800. L'India è oppressa dal dominio britannico. Il Rajah ha le mani legate e non può far altro che accontentare gli invasori che richiedono una parte del raccolto in forma di tassa agricola (la lagaan del titolo) sempre più consistente alla popolazione dei villaggi contadini.
La situazione, divenuta insostenibile, verrà risolta da una incredibile partita di cricket (e qui entra in gioco l'elemento favolistico) disputata da gli odiosi sudditi della Regina Vittoria, certi di avere in pugno la situazione, e gli abitanti del villaggio i quali solo vincendo l'incontro riusciranno a far abolire la gravosa imposta. C'è solo un piccolo problema: non hanno mai giocato a cricket ed hanno solo tre mesi di tempo per impararne le regole. Provate ad indovinare chi vincerà?

La vicenda semplice, accattivante e simpaticamente fracassona non dimentica la denuncia sociale, alza a valore supremo i vincoli dell'amicizia, della lealtà, dell'integrazione, non si scorda di ricordarci quanto l'invasione inglese sia stata una delle più terribili calamità per la popolazione dell'India, padroneggia il sentimento religioso, quello dei moti del cuore, della gelosia e del perdono con soluzioni lineari ed estremamente efficaci.
Nulla di nuovo sotto il sole (il film è zeppo di citazioni da C'era una volta il west a Fuga per la vittoria e Ogni maledetta domenica passando per il Romeo & Giulietta di Lurhmann) solo che questo sole non illumina le strade delle metropoli ma paesaggi brulli e aridi, tramonti che mozzano il respiro e volti una volta tanto poco familiari. Basterebbe solo per questo per andare a vederlo.

Cesare Paris - Kwcinema


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