Adrian Lyne è un bravo costruttore e assemblatore di
immagini. Un vampiro che succhia il sangue dagli altri
registi e pure da se stesso. I suoi film sono accattivanti e
contengono i cosiddetti ingredienti giusti per richiamare il
pubblico: attori da copertina, inganni, erotismo e torbide
passioni.
Prendiamo ad esempio la sua ultima pellicola, Unfaithful -
L´amore infedele, ispirata a quella di Claude Chabrol,
Stephane, una moglie infedele. I protagonisti sono Richard
Gere, Diane Lane e Olivier Martinez. Questi tre danno vita
al più classico dei triangoli: il marito tutto lavoro e
casa, la moglie eccezionalmente bella, legata ai valori
della famiglia ma anche alla ricerca di qualcosa di diverso
e stuzzicante, e l´immancabile giovane aitante latino
(questa volta francese, gli spagnoli torneranno
prossimamente a far sognare le mogli quarantenni) che
incarna proprio quel qualcosa di diverso.
Lyne usa questi tre personaggi per costruire un film che
incredibilmente riesce a riprodurre tutti gli stereotipi
possibili senza mancarne uno. In più, con maestria
diabolica, il regista di Nove settimane e mezzo, Attrazione
fatale, Proposta indecente e Lolita, attinge dal suo
repertorio introducendo continue citazioni dai film appena
menzionati e dando luogo a un contenitore del già visto e
sentito (e sinceramente non era un bel vedere e sentire).
Non solo, perché ne L´amore infedele vengono omaggiati, si
fa per dire, Orson Welles, Alfred Hitchcock e tanti altri.
Un film da vedere a casa con gli amici per giocare poi a
indovina di chi è quella scena!
Intendiamoci, la pratica della citazione e dell´appropriazione
di immagini è diffusa e talvolta produce strabilianti
effetti destabilizzanti. Vi sono film che solo in apparenza
si schiacciano su un genere cinematografico mentre, in
realtà, lo stanno smontando e reinventando. Lyne, per parte
sua, evita accuratamente di creare qualcosa di nuovo e
spiazzante. Percorre la strada più semplice, la cosiddetta
scorciatoia fatta di luoghi comuni e immaginari collettivi
già collaudati, per non dire usurati.
La pellicola di Lyne è un collage di spot pubblicitari e
videoclip, ognuno dei quali vende qualcosa di appetibile.
Peccato che il prodotto commercializzato non sia una bibita
o un profumo, ma idee e sentimenti, insomma qualcosa che
difficilmente troveremo ai saldi di fine stagione.
Infine, ne L´amore infedele la collettività è totalmente
assente, i problemi esistenziali sono risolti in una
dimensione privata se non intima (ad esempio facendo sesso
con un bel giovane). I due coniugi agiscono in un contesto
che non prevede esterni e, non a caso, il film si sviluppa
quasi per intero dentro il focolare domestico e la camera da
letto dell´amante francese. Il fatto è che peccati, colpe e
delitti sortiscono degli effetti che dovrebbero riguardare
la comunità e invece riproducono in forma moderna la
cacciata dal paradiso di Adamo ed Eva. E´ sufficiente
ammettere la colpa a se stessi: non si vivrà più come prima,
ma intanto i valori della borghesia dominante restano
intatti.
Non sappiamo se Lyne sia complice di questa visione del
mondo o se ne resti molto più semplicemente una vittima
inconsapevole.
di Mazzino Montinari - Kwcinema