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CAST
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Mathilde Seigner, Miche Serrault, Jean-Paul Roussillon,
Frédéric Pierrot, Marc Berman
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PREMI
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RECENSIONI
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Brillante informatica, trentenne, benestante, stanca della
vita di città, Sandrine decide di dare una svolta alla
propria vita e trasferirsi in campagna, per avviare
un'attività di agriturismo. Acquista così la fattoria di
Adrien, un anziano vedovo che al contrario ha deciso di
terminare i suoi giorni in città. Non subito, però:
l'appartamento dove risiederà, infatti, sarà disponibile
solo tra un anno e nel frattempo lui ottiene di poter
restare a casa sua, mentre la donna alloggerà nell'ex stalla
ristrutturata. Da qui l'incontro/scontro tra due
generazioni, tra chi ha fatto il contadino per tutta la vita
e chi non l'ha mai fatto, tra chi diffida della tecnologia e
in generale della modernità e di chi invece vuole applicare
metodi e cognizioni imparati sui libri e nei corsi di
formazione specializzati.
La particolarità di Una rondine fa primavera consiste
nell'affrontare il tema della migrazione verso la campagna,
in modo realistico e contemporaneo (si parla di Internet, di
'mucca pazza', di agriturismo e di prezzi in Euro - al
cinema fa ancora una certa impressione), rafforzata dalla
mancanza di un giudizio sbilanciato a favore di uno stile di
vita piuttosto che l'altro. E' un bel soggetto, quello
dell'esordiente Christian Caron (che firma la sceneggiatura
con Eric Assous). Peccato che resti tutto sulla carta e che
sullo schermo, invece, appare sviluppato con una casualità
che azzera ogni buona intenzione, anche e soprattutto quella
dell'attenzione e della simpatia dello spettatore. Una
rondine fa primavera soffre, in breve, di macroscopiche
carenze di sceneggiatura, come se il regista covasse
l'illusione che il semplice corso delle stagioni potesse
bastare a scandire l'evoluzione interiore dei personaggi. La
natura, certo, ha un potere suggestivo non indifferente: nei
titoli di testa la soggettiva di una camera-car che si sta
avventurando tra sentieri di una montagna, sembra
precipitare e volare nel cuore di una vallata, ed è una vera
festa per gli occhi. In assenza di uno svolgimento
drammaturgico compiuto, Una rondine fa primavera si regge in
gran parte sulla bellezza degli scenari (siamo nel Sud della
Francia, poco lontano da Grenoble) e sulla bravura degli
interpreti, la deliziosa Mathilde Seigner, il sottilissimo
Michel Serrault, l'ottimo Jean-Paul Roussillon, candidato al
César 2002 come migliore attore non protagonista, l'unico a
strappare un sorriso con la gag del cane che si rifiuta di
scendere dalla Volvo acquistata con il ricavato della
vendita della sua fattoria.
di Alberto M. Castagna - Kw cinema
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