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CAST
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Gérard Depardieu, Diego Abatantuono, Donatella
Finocchiaro, Paolo Briguglia, Nino Frassica, Donatella
Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Lele Nucera,
Lorenzo Di Caccia, Elena Bouryka
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PREMI
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RECENSIONI
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«Non mi piace la
rappresentazione del sud come luogo esclusivamente di
problemi. Quello che stanno facendo i ragazzi del movimento
«E adesso ammazzateci tutti» è importantissimo e sono il
primo a sostenerli. Voglio però dire che i giovani del sud
sono anche altri: sono ragazzi che sognano, che amano, che
hanno un grande desiderio di conoscere, di emergere, di
partecipare. Sono la maggioranza. A tutti loro è dedicato
questo film e l’invito a provarci, a cercare ognuno la
propria strada senza doversi affidare sempre a qualcuno, a
un politico o che so io, a vivere la loro vita, inseguire il
successo, la soddisfazione. Provare a farlo è già qualcosa
di molto importante. A me è andata bene perchè sto al mondo
nella maniera in cui mi piace starci».
L’Abbuffata, quinto film di Mimmo Calopresti è stato
presentato questa mattina alla Festa del Cinema di Roma, e
racconta la storia di tre ragazzi calabresi che, stanchi del
tran-tran della provincia meridionale decidono di partire
per Roma per girare un film. «Non importa se ce la faranno o
meno - spiega il regista, che questa scelta l’ha fatta anni
fa con successo - è importante che agiscano, che si mettano
in gioco da soli, senza aspettare l’aiuto di qualcuno.
Questi ragazzi rappresentano per me il cambiamento. Devono
partire, l’avventura è importantissima, ci devono credere e
soprattutto non chiedere niente a nessuno».
Calopresti questo percorso lo ha fatto. Ha deciso di andare
via dalla Calabria per fare quello che desiderava, ma ha
mantenuto un legame fortissimo con la sua terra. «Ho grande
nostalgia per la bellezza del sud, e lo si vede dal modo in
cui uso la macchina da presa per alcune scene che rendono
appieno la bellezza di questi luoghi, come i tramonti. C’è
in giro per il mondo il mito del sud come luogo bello.
Quando mi dicono, in Italia o all’estero, il sud è
bellissimo, mi viene da sorridere, ma è bene che questo mito
continui a vivere». Il film è girato in gran parte nella
cittadina di Diamante, sul litorale tirrenico della Calabria
e sul set, fin dall’inizio delle riprese c’è stata una
commistione quasi naturale di attori, comparse e gente del
luogo.
«Il set - dice Calopresti - era preso d’assalto ogni giorno
da gente del posto, da ragazzi. In questa partecipazione c’è
stato quasi un risvolto felliniano, questa loro voglia di
esserci, di partecipare, farsi inquadrare». Gabriele, Marco
e Nicola, dopo il loro girovagare per Roma, si ritrovano
spettatori di uno show televisivo, anzichè del cinema.
Questo passaggio innesca un’inevitabile domanda al regista
sul suo rapporto con la televisione: «Mi sembra che il
teatrino della tv - risponde - sia ormai alla fine, noioso,
farsesco. C’è il rischio di morire di noia davanti a tutto
questo. Spero sempre che ci sia più spazio per il cinema e
mi piacerebbe tanto che i miei film andassero in prima
serata al posto di Porta a Porta».
L’Abbuffata ha un cast composto da star come Gerard
Depardieu, Diego Abatantuono, Valeria Bruni Tedeschi, ma
anche da giovani sconosciuti: «L’idea è stata di mettere
insieme persone che aspirano a fare l’attore con attori
affermati, per rafforzare quel ’sognò che è alla base di
tutto». Un film sognante e pieno di ’divertissement’:
«Spesso noi del cinema ci prendiamo troppo sul serio, ma non
mi piace la separatezza e l’intellettualismo che permea
questo mondo e che lo fa a volte sembrare una torre
d’avorio. La rassegna di Roma, che è una Festa, mi piace per
questo, perchè porta la gente comune, i ragazzi di tanti
quartieri periferici a vedere che cos’è il cinema, a
curiosare e a divertirsi».
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