Sinossi:
Anno 1594, San Miniato al Tedesco nel Granducato di Toscana.
Monna Gostanza da Libbiano (diocesi di Lucca), una contadina
di sessant'anni, esercita da sempre il mestiere di guarirtice.
La sua pratica di "misurare i panni ai malati per conoscerrne
i mali" mette in sospetto le autorità ecclesiastiche
locali. Arrestata per ordine del vescovo di Lucca, a seguito
di una breve istruttoria, viene accusata di stregoneria.
Due vicari, il reverendo Roffia e il padre Porcacchi, la
sottopongono per molti giorni a lunghi ed estenuanti interrogatori
volti a farle confessare "pratiche diaboliche".
Lentamente ma inesorabilmente, piegata da ripetute torture,
Gostanza cessa di proclamare la sua innocenza per entrare
nel personaggio della strega. La donna inizierà così
a costruire un suo mondo metafisico, scatenandosi nelle
fantasie più fervide: malìe, delitti, vampirismi,
metamorfosi, voli notturni e baccanali alla Città
del Diavolo, confessioni che le permettono di di sfrutttare
in modo personalissimo e originale l'inesauribile ricchezza
dell'immaginario popolare e contadino. Da grande affabulatrice,
con la vivezza delle immagini evocate, Gostanza soggioga
e ammalia gli inquisisitori, provocandoli fin nelle loro
più segrete frustrazioni sessuali. Forte di questa
nuova identità e del potere esercitato sui suoi astanti,
la donna pare prona ad affrontare a testa alta il proprio
inesorabile destino.