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CAST
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Luca Zingaretti, Giorgio Tirabassi, Alessandro Gassman,
Andrea Renzi, Paola Cortellesi, Francesca Inaudi,
Donatella Finocchiaro, Michela Cescon
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PREMI
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RECENSIONI
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Leggenda vuole che al Festival
di Venezia ci sia sempre un poco di ostilità verso i film
italiani presentati. Placido stesso ha innescato questa
polemica poco prima dell'edizione 2006 della Biennale, e
così qualsiasi opinione "critica" si voglia fare su un
lavoro realizzato da un nostro connazionale deve ormai
dimostrare di non essere vittima di alcun pregiudizio
negativo.
Se quindi il commento di un ragazzo del pubblico appena
uscito da una sala è stato "Non prendere impegni stasera...c'è
quel capolavoro del film di Tavarelli" che il tono sia
ironico o serioso non si può dire. Fosse anche lui uno di
quelli con i pregiudizi...
Vite di quarantenni. Esistenze tristi, caratterizzate dalla
solitudine, alla quale ognuno reagisce in modo diverso e con
esiti diversi. In una Roma impersonale, le loro storie si
incrociano senza però trovare sempre la giusta dimensione.
Un film triste, di quelli che non ti lasciano andare via col
sorriso tra le labbra. E ci mancherebbe altro. Tante sono le
vicende narrate che quasi ogni spettatore troverà qualcuno
in cui rivedersi. Un parente malato di cancro o psicopatico,
un matrimonio fallito, un amore ingenuo, uno impossibile,
uno che muore prima ancora di nascere, un fidanzato lasciato
ed una ragazza che non sarà mai fidanzata. Spunti realistici
che però vengono combinati senza trovare il giusto
equilibrio. Non solo la musica invasiva che accompagna e
ogni tanto sovrasta i dialoghi cercando di enfatizzare le
situazioni drammatiche, ma anche la descrittiva voce fuori
campo e le didascalie più confusionarie che chiarificatrici.
Le date che ogni tanto appaiono sembrano la dimostrazione
poi di una generale difficoltà nel gestire i tempi
narrativi. Storie spesso solo accennate che non evocano
grosse emozioni oltre a non risultare davvero legate da una
qualche ragione concettuale che non sia la malinconia. E'
brutto e antipatico dirlo, davvero si spera sempre che i
film italiani non solo siano belli, ma siano migliori di
tutti gli altri.
Ma perché sia così non si può aspettare che sia "il livello
degli altri" a scendere...
Andrea D'Addio
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