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CAST
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Sergio Castellitto, Donatella Finocchiaro, Sami Frey,
Gianni Cavina, Maurizio Donadoni
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PREMI
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RECENSIONI
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Nuovo lavoro per Bellocchio
che, dopo "L'ora di religione", si avvale nuovamente della
presenza di Sergio Castellitto come protagonista del suo
film. Infatti Castellitto interpreta la parte di un regista,
Franco Elica, in piena crisi spirituale e lavorativa, che si
allontana dalla sua città e si rifugia in Sicilia. Qui
incontra Enzo Baiocco (Bruno Cariello) che sbarca il lunario
girando filmini per i matrimoni e si stabilisce per qualche
tempo a casa sua. Nel frattempo Bona (Donatella Finocchiaro),
la figlia del principe di Gravina (Sami Frey), nobile
decaduto e squattrinato, deve sposare un ricco avvocato e
Baiocco chiede aiuto ad Elica per girare il filmino della
cerimonia, ma quest'ultimo si innamora della principessa
triste...
Bellocchio crea per questo film un'atmosfera in bilico tra
il fiabesco e il surrealismo, ricca di simboli e metafore
che permettono di osservare la pellicola da diversi punti di
vista. Alcuni personaggi se, ad un primo sguardo, sembrano
essere stereotipati (la principessa triste, chiusa nel suo
castello, accetta passivamente il suo destino; il nobile
decadente, quasi viscontiano), serbano una profondità e dei
guizzi inaspettati. La presenza di personaggi bizzarri, come
il regista Smamma che per avere un riconoscimento pubblico
finge di essere morto, tanto per citarne uno, e di
situazioni surreali, spesso ambientate sulla spiaggia,
richiamano lontanamente le atmosfere di alcuni film di
Ferreri, in cui, come ne "Il regista di matrimoni", partendo
dal rapporto tra un uomo e una donna, si inizia una
disquisizione sull'umanità in generale. Benché Bellocchio
restringa il campo per lo più alla situazione Italiana, non
sottolinea l'immobilismo e la superficialità intellettuale,
ma in fondo anche politica, del nostro paese con meno
mordente e ironia; inoltre lo fa senza piangersi addosso,
dando un messaggio positivo e un invito al "movimento" non
per niente il finale è "dinamico" e aperto a tante
interpretazioni.
Le inquadrature, al livello linguistico, sono frutto di
accurate scelte in fase di montaggio, e presentano un
alternanza con inserti digitali che sottolineano
maggiormente l'istanza narrativa e il senso di oppressione
dei personaggi.
Impossibile non elogiare anche le interpretazioni degli
attori, su tutti il bravissimo Sergio Castellitto.
Ilaria Ferri
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