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CAST
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Rizwan Ahmed, Farhad Harun, Steven Beckingham, Waqar
Siddiqui, Arfan Usman, Nancy Crane, Christopher Fosh,
Mark Holden
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PREMI
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RECENSIONI
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Il regista inglese Michael
Winterbottom con questa pellicola ci introduce agli ormai
tristemente famosi campi di prigionia della Baia di
Guantanamo, la prigione a cielo aperto Camp X-Ray e il
famigerato Camp Delta, luoghi in cui secondo numerosi
rapporti giornalistici i diritti umani sarebbero
sistematicamente violati.
Nel settembre del 2001 quattro giovani di Tipton,
Inghilterra, e cioè Ruhel, Asif, Shafiq e Monir partirono
alla volta del Pakistan in occasione del matrimonio di Asif
con una ragazza del Punjab. Mentre erano in Pakistan
visitarono una moschea in cui l'Imam invitò i giovani ad
aiutare la gente dell'Afghanistan. Forse guidati da spirito
di avventura i quattro partirono per vedere la realtà di un
paese ormai sotto l'attacco degli Stati Uniti. Poco dopo i
quattro furono catturati dall'Alleanza del Nord. Da quel
momento non si ebbe più notizia di Monir. Gli altri tre
ragazzi dopo dieci giorni vennero trasportati segretamente a
Guantanamo con l'accusa di essere membri di Al-Qaeda. I tre
restarono in prigionia a Cuba per oltre due anni, finché per
una coincidenza (o meglio, per incompetenza dei servizi
segreti statunitensi nella fabbricazione delle prove) non
riuscirono a dimostrare la propria innocenza.
Road to Guantanamo cerca di mostrare la versione dei fatti
dei "Tre re di Tipton" (come vengono chiamati nel momento in
cui stanno per essere liberati) completamente dal loro punto
di vista ed in accordo con le loro testimonianze. Nella
realizzazione vengono usati filmati delle testimonianze dei
tre, spezzoni televisive di dichiarazioni dell'epoca di
George W. Bush e Donald H. Rumsfeld e ricostruzioni di
quanto riportato da Asif, Ruhel e Shafiq. La cosa
straordinaria è che Winterbottom non usa attori per tali
ricostruzioni, ma gli stessi protagonisti di questa
drammatica vicenda.
Vengono mostrate quindi le violenze, le torture ed i
maltrattamenti all'ordine del giorno a Guantanamo, e come
contrappunto possiamo assistere ad una vecchia dichiarazione
di Rumsfeld, secondo il quale "la convenzione di Ginevra è
per lo più rispettata". Quello che emerge dagli
interrogatori da parte di specialisti statunitensi è il
completo spaesamento ed incapacità di questi ufficiali nella
ricerca di informazioni utili. Così assistiamo a tecniche
varie per estorcere confessioni, alla fabbricazione di prove
che vanno dalle fotografie ritoccate ai rapporti inventati
fino a filmati così sfocati da risultare inintelligibili. Se
consideriamo che su migliaia di prigionieri solo una decina
ha avuto delle accuse specifiche e nessuno è mai stato
condannato, viene da pensare che oltre ad essere una
violazione dei diritti umani questi campi siano oltretutto
inutili, nella prospettiva della guerra al terrore. Le
autorità statunitensi anche dopo il rilascio dei Tre Re non
hanno ammesso nessun errore, ed i ragazzi non sono mai stati
discolpati completamente. Un film da vedere, per discuterne
e per tentare di capire. In attesa della reazione
statunitense, se ci sarà.
Mauro Corso
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