|
|
CAST
|
Daniel Brühl, Tristan Ulloa, Leonardo Sbaraglia, Joel
Joan, Celso Bugallo, Mercedes Sampietro, Olalla
Escribano, Carlota Olcina
|
|
PREMI
|
|
|
|
RECENSIONI
|
|
Agli inizi degli anni Settanta
si forma in Spagna il Movimento Iberico de Liberacion, un
gruppo di giovani militanti nel partito di estrema sinistra
che si pone come obiettivo, attraverso una lunga serie di
rapine e azioni provocatorie, quello di finanziare l'ala più
militare del movimento. Tra loro c'è Salvador Puig Antich,
un ragazzo introverso e lunatico, ma dal fine e sensibile
intelletto. Inizialmente le azioni vanno tutte a "buon fine"
dando al gruppo una sorta di invulnerabilità, ma quando in
una rapina rimane ferito un impiegato le cose cominciano a
precipitare. La polizia, frustrata dalle continue imprese
del movimento, riesce a tendere un imboscata in cui perde la
vita un giovane ispettore, ma che vale l'arresto di
Salvador. Da quel momento comincia una lotta contro il tempo
per bloccare la condanna a morte del ragazzo, l'ultima
avvenuta tramite la micidiale trappola della garrota...
Grido di protesta e di denuncia verso uno dei fatti che più
scosse la Spagna in quegli anni, e di cui si sente ancora
oggi l'eco silenzioso e distante. Quello verso Salvador Puig
Antich fu un atto criminoso quanto inutile compiuto da un
regime militare che, messo sotto scacco dall'ETA, scelse il
giovane come capo espiatorio. Il film di Manuel Huerga, qui
alla sua seconda prova dietro una macchina da presa,
racconta la difficile vicenda del Movimento Iberico de
Liberacion concentrandosi sulla vita di Salvador, sui suoi
rapporti con le donne, gli amici, la famiglia e,
naturalmente, la politica. Per fare ciò, il regista divide
il film in due parti ben precise: la prima in cui si
racconta, attraverso gli occhi dello stesso protagonista
(ottimamente interpretato da Daniel Bruhl), la vita di
Salvador nel movimento; la seconda in cui vediamo gli ultimi
momenti della sua vita passata in prigione in attesa della
sentenza definitiva di morte. Dal punto di vista registico,
sottolineando quegli anni con un accompagnamento sonoro rock
duro e avvincente, si assiste ad una serie di intuizioni
visive davvero interessanti (come l'utilizzo della
dissolvenza in bianco atta a rendere le figure delle mere
ombre di se stesse) che donano alla visione complessiva un
curioso, quanto riuscito, senso di appartenenza a quegli
anni. E così che nell'ottimo montaggio, incalzante e
filmicamente corretto, appaiono immagini di "Valentina" o
colorazioni psichedeliche. La musica, come accennato pocanzi,
attinge a Bob Dylan, Jethro Tull, o King Crimson: scelte non
scontate e di buon gusto. La recitazione, infine, si attesta
su buoni livelli interpretativi, pur con attori giovani e
non propriamente esperti.
"Salvador - Una vita contro" è un buon film di cronaca,
denuncia, e riscatto con l'unico difetto di non raccontare
davvero fino in fondo il background politico di quegli anni,
invece tratteggiandolo appena: atteggiamento che avrebbe
regalato alla pellicola quella completezza in più che ci si
aspettava. Così com'è rimane un buon film (malgrado la
retorica pacifista nei titoli di coda), ma forse un pò
troppo indirizzato a quel pubblico che conosce bene la
drammatica storia di Salvador Puig Antich e del suo
Movimento Iberico de Liberacion.
Diego Altobelli
|
|
|
|
|
|
|