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CAST
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Brad Pitt, George Clooney, Frances McDormand, John
Malkovich, Tilda Swinton, Matt Walton, Logan Kulick,
Eric Richardson
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PREMI
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RECENSIONI
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Se si dovesse descrivere con
un aggettivo la nuova pellicola dei fratelli Ethan e Joel
Coen, “Burn After Reading”, presentata alla 65ª Mostra del
Cinema di Venezia, la parola giusta sarebbe: divertente.
Dopo aver vinto quattro Oscar per il film “Non è un paese
per vecchi”, infatti, i due registi maestri di satira arguta
tornano alla carica portando sul grande schermo un’altra
commedia noir dai toni farseschi, cimentandosi per la prima
volta nel genere della Spy Story, ambientandolo nella
capitale per eccellenza dei Servizi Segreti: Washington,
dove viene decisa la politica mondiale. Se ci si aspetta
però agenti segreti con armi spettacolari, inseguimenti
mozzafiato, esplosioni e sparatorie da far saltare sulla
sedia, beh!, si può rimaner delusi, ma i novanta minuti
passati non saranno sicuramente stati sprecati.
Si, perché la chiave di lettura di questo thriller sta nella
normalità delle persone, la quasi idiozia che la maggior
parte della popolazione comune raggiunge in certe fasi della
propria vita, quando si rimane delusi da quello che si è, da
ciò che si è ottenuto, e da ciò che si vorrebbe raggiungere.
E a questo bilancio negativo, si aggiungono i sogni non
realizzati, il bisogno di cambiare se stessi, che diventa un
ossessione al punto dal portare a delle situazioni
paradossali dai risvolti drammatici.
Tutti gli intrighi e le vicende misteriose, infatti, girano
intorno all’unico personaggio da cliché: un Agente della
CIA, che però non è altro che un semplice analista, con un
ridottissimo livello di sicurezza...un colletto bianco
insomma. Osborne Cox viene convocato per una riunione
importante nel quartier generale dell’Intelligence e si
aspetta di partecipare ad una missione segreta, ma quello
che gli viene comunicato è il suo licenziamento. Depresso e
distrutto decide di scrivere un libro di memorie, in cui
racconta fatti capitati in anni di lavoro, ma il CD dove
sono contenute le sue storie viene accidentalmente perso,
dando luogo ad un’interminabile serie di situazioni
rocambolesche ed equivoche.
Ciò che comunque da vita al film non è la storia, ma
l’interpretazione degli attori, che hanno saputo
perfettamente calarsi nei ruoli appositamente scritti per
loro, portando all’esasperazione quei comportamenti e quei
tic che sono propri di tante persone comuni, e che ne
determinano la divertente e al tempo stesso drammatica
peculiarità, aiutati sicuramente anche da un sapiente uso
della regia, delle scenografie e dei costumi, che sanno ben
mettere in evidenza ogni carattere ed ogni personaggio. Nomi
del calibro di George Clooney, Brad Pitt, John Malkovich,
Frances McDormand, Tilda Swinton e Richard Jenkins, hanno
dato un eccellente prova di se, trasformandosi in macchiette
di se stessi, e ci si chiede se molte delle gag siano frutto
di un attento studio del personaggio tipico dei fratelli
Coen o se si siano lasciati andare all’improvvisazione.
Un film da vedere, sia se si vuole riflettere sull’agognata
e distruttiva ricerca ossessiva della serenità, sia se si
vuole passare un ora e mezza divertendosi semplicemente.
Monica Cabras
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